domenica 21 febbraio 2010

Leaving (Milan) is never easy

E' difficile trovarsi a dover riassumere 10 giorni di vita così intensi e così diversi dal "solito". Ci proverò, anche se la voglia di fare e vedere e spegnere il PC è fortissima, e sto facendo davvero uno sforzo, ma credo che in futuro apprezzerò il fatto di aver documentato in questo diario informatico quello che in assoluto si sta dimostrando il più grande viaggio della vita... almeno quella vissuta fin'ora!

(vi scrivo comodamente seduta nella grande mansarda della casa di Alessandra, la mia "ospitante" di Curitiba. E' in questa città che lavorerò i prossimi 4 mesi e da questo tavolo che scriverò la maggiorparte dei prossimi racconti... un posticino molto molto intrigante. Sono una donna fortunata!)

Io e il mio compagno di viaggio Mr. PIGcardo (hihihi) siamo arrivati in perfetto orario a Malpensa il fatidico giorno della partenza, 10 febbraio... nel frattempo, nelle poche ore precedenti all'arrivo di Marco a Milano, ero riuscita a vedere laurearsi la mia sorellina secchioncella che si è portata anche a casa un 110 e lode, con tanto di vestito da statua della libertà e brocca di molto-rhum-e-meno-cola!

Insomma, una partenza "al volo", la strada migliore per l'aereoporto suggerita da Bru e i saluti in aereoporto, tutto da manuale... beh, non proprio tutto!!!

Ore 18: check-in.
Ore 19: puntualissimi al gate...
Ore 20: la gente è già tutta in fila.
Ore 21: la gente non demorde con la fila ma supponiamo ci sia un ritardo.
Ore 22: ritardo ufficializzato, con manutenzione che finirà all'una di notte!! Andiamo a mangiare qualcosa in uno scrauso self-service
Ore 23: Agnese scopre di avere una collezione di MP3 chiamata "Disco Party" (in realtà per un errore tipografico il nome è "Dico Party", il che la rende molto più interessante...)
Ore 24: la gente inizia a scocciarsi, "Dico Party" impazza sull'ipod di Anny
Ore 01: la gente si affolla al banco di imbarco. Facce attonite del personale di terra che non sa un cazzo di quel che succede.
Ore 02: Agnese prova tutte le posizioni del kamasutra del dormiente d'aereoporto per riuscire a dormire sui seggiolini della sala d'attesa... Marco si trastulla come sempre con l'iPhone e si chiede perchè non è tornato a casa a dormire...
Ore 03: la gente rumoreggia parecchio. Una specie di travone biondo dice cose a caso in italiano maccheronico e una mamma paulista giustamente incazzata, con tanto di neonato al collo, si esibisce in uno sclero di primo livello con abbondante uso della misteriosa parola "caralho".
Ore 04: volo cancellato. Agnese tira giù parolacce a gogo, Marco assiste disperato allo sclero della gente. Ci mandano in albergo!! Oh lord.
Ore 05: simpatica gita per l'amena e congelata orribile campagna del varesotto...
Ore 06: finalmente ci svacchiamo su un materasso vero, sempre chiedendoci cosa sarà di noi
...
Ore 09: sveglia (con contorno di parolacce, vista la durata del riposo)
Ore 10: dopo aver mangiato tutto il possibile al buffet, il popolo dei migranti riparte in autobus per le delizione campagne varesotte
Ore 11: nuovamente check-in
Ore 12: nuovamente gates... un po' più incarogniti
Ore 13: ora prevista del volo. la gente rassegnata si addormenta ovunque...
Ore 14: inizia l'imbarco in perfetto ritardo
Ore 15: SI PARTE!!!!!!

Devo dire che il viaggio non è stato male, è divertente fare i viaggi intercontinentali: mangi tutto il tempo (ahah), vedi film, ascolti musica, dormi... cerco che però viaggiare 13 ore di giorno è una vera rottura. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta, persino ad ottenere (a costo nuovamente di una notte in albergo a Sao Paulo) un cambio di coincidenza per Rio (la meta brasiliana più ambita della settimana e dell'anno aggiungerei, visto il carnevale...). La terra carioca ci ha finalmente spalancato le sue festosissime porte :-)

Cosa avrei dovuto pensare dopo un viaggio così? Ero indecisa tra il credere che fossero tutti segni di sventura (vedi il bordello per ottenere il visto che alla fine NON ho avuto...) o l'ostacolo da superare per godere ancora di più di una esperienza super. La risposta? Io pian piano la sto scoprendo... e voi la troverete nelle prossime puntate!

So solo che la mia prima boccata d'aria brasiliana, fuori dall'aereoporto di Sao Paulo, mi è proprio rimasta impressa. Un mix di umidità, profumo di piante e di città, completamente diverso da qualsiasi cosa "annusata" fin'ora. Mi è piaciuto :-)

Per adesso... boa noite (che si legge: boa noiCI)

 
Scene amene in aereoporto a Sao Paulo. L'ennesima coda (sia io che Marco ora quando vediamo quei divisori a fascia per incanalare le code a serpente iniziamo a diventare verdi e ruggire...). Non so bene come ma riesco a sorridere lo stesso dopo mille ore di veglia e attesa, perchè il mio cellulare prende una rete che si chiama "Oi". Come essere felici con poco :-D

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